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Che cos'è il maltrattamento e la violenza domestica.


La Violenza Domestica

La Violenza Domestica è definita, sempre dall’OMS, come quell'insieme di comportamenti coercitivi, esercitati per controllare emotivamente una persona che fa parte del nucleo familiare. La violenza domestica è un fenomeno molto diffuso che riguarda ogni forma di abuso e di comportamenti

Nella definizione di violenza domestica sono comprese tutte le azioni e i comportamenti che mirano ad affermare il potere e il controllo sull’altra persona, sul suo agire e sul suo pensare.

Non si limita, quindi, solo agli abusi fisici ma può anche essere verbale, emotiva, psicologica, finanziaria e sessuale.

La violenza domestica viene agita prevalentemente dagli uomini contro le donne e avviene all’interno delle mura domestiche, tra coniugi o conviventi, nell’ambiente cioè che dovrebbe essere ritenuto il più sicuro.

Include una serie di comportamenti, che spesso si verificano contemporaneamente:

  • La violenza psicologica ed emotiva;

  • La violenza fisica e sessuale;

  • L’uso della coercizione, di minacce e di intimidazioni;

  • L’isolamento; la minimizzazione e la negazione di colpe;

  • La violenza economica.


I dati statistici ci dicono che circa l'8% delle donne subisce violenza dal proprio partner e che il 16% ha subito violenza o stalking nel corso della vita. I dati tendono ad essere sottostimati perchè molto spesso le donne hanno paura o vergogna di denunciare di aver subito un maltrattamento. Sono pochissime (alcune stime parlano del 10% soltanto) le donne che denunciano i fatti.


La violenza domestica, porta gravi conseguenze nella vita psichica della vittima, perché può far sviluppare diversi problemi psicologici quali:

  • Sindromi depressive;

  • Sindromi post-traumatiche;

  • Sintomi di ansia e tensione;

  • Sensi di colpa e vergogna;

  • Bassa autostima.

Le condizioni di chi subisce la violenza sono tanto più gravi quanto più la violenza si protrae nel tempo, e quanto più esiste un legame tra l’aggressore e la vittima, come nel caso della violenza domestica, quindi nel caso di violenza all'interno della coppia il danno può essere altissimo e la vittima può essere spaventata dalle conseguenze che un eventuale denuncia potrebbe avere su di lei e sui suoi figli.

In Italia da qualche anno è stato introdotto il cosiddetto "Codice Rosso" che inasprisce le pene per i reati di violenza domestica e offre maggiore tutela a chi nella famiglia è più fragile. Qui trovi maggiori informazioni



Il maltrattamento dei figli.

Per capire bene cosa si intende, possiamo far riferimento alla definizione dell'OMS (Organizzazione Mondiale di Sanità, 1999; 2002) che è condivisa a livello internazionale: per maltrattamento si intendono “tutte le forme di cattivo trattamento fisico e/o emotivo, abuso sessuale, incuria o trattamento negligente, nonché sfruttamento sessuale o di altro genere, che provocano un danno reale o potenziale alla salute, alla sopravvivenza, allo sviluppo o alla dignità del bambino, nell’ambito di una relazione di responsabilità, fiducia o potere.”


Ogni evento di natura maltrattante specialmente se sperimentato precocemente e ripetutamente nelle relazioni primarie di cura, cioè con le figure che dovrebbero garantire sicurezza, affidabilità, stabilità, contenimento affettivo ed emotivo, in carenza o assenza di fattori protettivi e di “resilienza” nel bambino, produce trauma psichico/interpersonale, che colpisce e danneggia le principali funzioni dello sviluppo (Malacrea, 2002; Van derKolk, 2004; Hermann, 2005), provoca una grave deprivazione del potere e del controllo personale, una rilevante distorsione dell’immagine di sé e del mondo circostante.


Nel 2020 l’OMS, sulla base dei dati forniti da 155 Paesi, ha calcolato che ogni anno nel mondo un miliardo di bambini (uno su due) è vittima di violenza. Tre bambini su quattro, di età compresa tra 2 e 4 anni, subiscono punizioni violente da parte dei propri caregiver e un bambino su quattro di età inferiore ai 5 anni assiste alle violenze inflitte alla madre dal partner.

I dati italiani sono molto più rincuoranti anche se l'abitudine alle punizioni corporali è ancora presenti in numerose famiglie. I dati nazionali ci dicono che in oltre il 90% dei casi di maltrattamento il minore viene maltrattato da un familiare e il maltrattamento comprende un’articolata varietà di tipologie che purtroppo possono anche coesistere:

1) patologia delle cure (ossia quelle condizioni in cui i genitori o i caregiver non provvedono in modo adeguato ai bisogni fisici e psichici dei bambini e che in pratica si traducono in incuria, discuria e ipercura) che è il tipo di maltrattamento più diffuso in Italia tra i minori presi in carico con il 40,7% dei casi;

2) violenza cui si assista all’interno della famiglia (32,4%);

3) maltrattamento psicologico (14,1%);

4) maltrattamento fisico (9,6%)

5) abuso sessuale (3,5%).

La violenza psicologica e l’abuso sessuale sono le forme di maltrattamento più difficili da riconoscere, con evidenti conseguenze negative circa la tempestiva segnalazione a tutela del minore.

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