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Regole e negoziazione: l’identità sociale adulta dei figli

 

La seconda funzione genitoriale è strettamente legata alla prima e consiste nella capacità di sostenere e supportare i figli nello sviluppo della loro identità sociale.

La prima cosa necessaria affinché questo accada è che i figli siano capaci di separarsi dai genitori quanto basta per entrare in relazione con il mondo che li circonda e le persone che ne fanno parte. Come visto precedentemente, la capacità di esplorare il mondo dipende fortemente dal fatto che si sia stati capaci di instaurare un legame di attaccamento sicuro.

 

I genitori, in questa delicata fase in cui i figli si allontanano e diventano autonomi, devono essere capaci di regolamentare il comportamento dei figli nella direzione di renderli responsabili.

Dire di fare i compiti prima di giocare o di non stare fuori fino a tardi sono esempi di regole che comunemente vengono date ai figli, che possono essere interpretate, oltre che come semplici regole, anche come indicazioni sul funzionamento del mondo in cui andranno ad inserirsi, a lavorare, a socializzare e sulle modalità più adeguate di comportarsi al suo interno.

I genitori diventano una prima membrana che separa i figli dal mondo reale: li aiutano e insegnano loro a capire come funziona e cosa significa – così come cosa implica – diventare adulti.  

 



Tuttavia, spesso i figli – soprattutto in adolescenza – tendono a ribellarsi alle regole imposte dai genitori. Questo perché hanno l’irrefrenabile esigenza di esprimere se stessi così come sono e di esternare tutti i loro bisogni nell’aspettativa e talvolta nella pretesa che questi vengano soddisfatti. Si aspettano che sia il mondo a doverli capire, che siano i genitori a doversi sforzare di comprenderli, e non loro a doversi adattare alle regole.

Quello che i genitori dovrebbero fare in questi casi è sfruttare il potere della negoziazione: spiegare ai figli che è solo nel momento in cui rispetteranno le regole che vengono imposte che avranno la possibilità di manifestare i propri bisogni e le proprie esigenze e che questi potranno trovare un riscontro positivo.

Ad esempio, si può dire ai figli che fare i compiti prima di uscire con gli amici è importante perché nel mondo le cose funzionano così, che si comprende l’esigenza di uscire con gli amici e che è giusto farlo ma che è importante anche portare a termine i propri doveri. Che, essenzialmente, se finiscono i compiti prima di uscire poi potranno trovare una risposta al loro legittimo bisogno di vedere gli amici.

 

Quindi, in sintesi, i genitori devono aiutare i figli, attraverso le relazioni che instaurano con loro e attraverso la negoziazione, a crescere, a diventare indipendenti e ad avere loro identità sociale adulta.

Dare ai figli delle regole quando si è genitori separati non è così semplice. Il rischio di diventare incoerenti proponendo un sistema di regole diverso dall'alto genitore talvolta ci puo spaventare. Ricordatevi però che i nostri figli sono ormai in gradi di capire che le regole a casa del papà sono diverse di quelle a casa della mamma. La cosa importante è riuscire a non svalutare l'altro genitore e restare uniti anche da separati, alleati nel compito educativo: non svalutate mai l'alòtro genitore anche se vostro figlio è in conflitto con lui/lei e richiede la vostra alleanza. Se l'altro genitore fa delle scelte sbagliete parlatene con lui, non con i vostri figli. Tutti noi genitori sbagliamo ma svalutarsi reciprocamente è l'errore più grande che possiamo fare, quello che veramente può danneggare i nostri figli

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