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Praticare l'empatia


Al fine di mettere al centro il benessere e gli interessi dei figli, dovremmo porci in una posizione empatica e di responsabilità, sia per individuare tutti i bisogni dei figli, sia per ascoltare la posizione dell’altro genitore. Non sempre questo può essere semplice.


Per favorire l’empatia dovremmo riuscire a mettere da parte, almeno temporaneamente, proprio di ciò che la ostacola: la rabbia nei confronti dell’altro genitore, la delusione, la sensazione di fallimento, la paura del futuro, del cambiamento, della perdita dei propri figli.

Dobbiamo riuscire a porci in una posizione di ascolto verso ciò che è meglio per i nostri figli, ciò che li renderà tranquilli e sicuri, anche perché questo potrà darci una sensazione di grande ricompensa rispetto alla sensazione di fallimento che la separazione a volte può causare. Vedere i nostri figli crescere sereni e sperimentare la loro vita con la più grande spensieratezza che possiamo fornire loro, sarà motivo di grande gioia e orgoglio e questi sentimenti a volte possono aiutarci a mettere da parte tutte le difficoltà che la separazione comporta.


 

Kohut, psicoanalista austriaco, definisce l’empatia come il tentativo di una persona di sperimentare la vita emotiva di un’altra pur rimanendo osservatore imparziale, ovvero mantenendo una propria separatezza senza farsi travolgere dai bisogni e desideri dell’altro.


Quando stiamo vivendo momenti di grande cambiamento e sono coinvolte anche altre persone è necessario saper praticare l’empatia, ovvero metterci al posto dei nostri figli, del nostro ex partner e capire come possano sentirsi in questa situazione. Ovviamente il fatto di aver già vissuto un’esperienza emotiva aiuta ad immedesimarsi in quella situazione e dobbiamo pensare che siamo stati tutti figli e, seppur con le nostre diversità e unicità, avevamo alcuni bisogni.

Percepire empaticamente il bisogno dei figli di stare bene, di sentirsi in una relazione che dia loro sicurezza, tranquillità e spensieratezza, di amare e sentirsi amati parimenti da entrami i genitori, di vedere che i genitori vanno d’accordo, di percepire un nucleo familiare sereno e sicuro è una modalità relazionale che rispetta la loro autonomia e la loro crescita, pur lasciando loro la sensazione di non essere mai soli e di non doversi prendere cura dei genitori.


Con l’ex partner, essere empatici, aiuta ad evitare una dimensione in cui percepiamo dall’altra parte un nemico, una persona ostile e come intenzionato a fare un danno a noi o ai nostri figli. Nonostante i conflitti e le motivazioni più profonde che hanno portato alla separazione, dobbiamo cercare di avere fiducia nei confronti delle capacità genitoriali dell’altro, di tenere a mente le risorse dell’altro e sintonizzarci sul bisogno genitoriale dell’altro.

Capire i bisogni dell’altro genitore ci aiuta ad evitare di rimanere su posizioni rigide, che potrebbero sfavorire o ostacolare il rapporto dei figli con entrambi noi genitori, a favore invece di decisioni in cui i nostri interessi e quelli dei nostri figli sono tutelati in un accordo congiunto.


A proposito di questo, la figura del mediatore familiare può essere estremamente d'aiuto in alcune situazioni di crisi e conflitto tra genitori. La mediazione familiare consiste nell’aiutare la coppia a riaprire una comunicazione non conflittuale che potrebbero essersi interrotti a seguito della separazione. Il mediatore familiare evita coscientemente una logica di un vinto e un vincitore.

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