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E quando ci si separa?

Per riuscire a comunicare efficacemente in una situazione delicata è fondamentale innanzitutto essere in contatto con se stessi e riuscire a riconoscere e verbalizzare le proprie emozioni.

Inoltre, è importante avere presente quali sono i diritti propri e altrui che non possono in nessun modo essere violati. Tra questi possiamo citare il diritto di essere trattati con rispetto, di esprimere liberamente i propri pensieri e sentimenti, di identificare e perseguire i propri obiettivi, di rifiutare una richiesta e molti altri.

Tuttavia, quando ci si separa può capitare che questi diritti fondamentali vengano persi di vista. Il conflitto può prendere il sopravvento e i toni rischiano di alzarsi. Le discussioni con l’ex-partner possono diventare delle vere e proprie litigate furiose in cui il rispetto viene meno, ci si parla sopra l’un l’altro, fino ad aggredirsi verbalmente a vicenda.


Il conflitto: quando diventa distruttivo? Perché non si smette di litigare?


Cos’è, quindi, il conflitto? E’ una situazione di antagonismo e di opposizione, che nasce tra due individui che non condividono lo stesso punto di vista. E’ un processo interattivo caratterizzato da incompatibilità, disaccordo e dissonanza tra due o più persone, nel nostro caso, nella coppia.

Quando il conflitto è funzionale significa che la coppia di genitori riesce a fare del conflitto una risorsa, ovvero gli ex coniugi sono in grado di confrontare i propri punti di vista, anche scontrandosi, ma riuscendo a giungere a degli accordi e a dei compromessi, soprattutto in vista del benessere dei propri figli.

Quando il conflitto è disfunzionale, invece, può diventare cronico e causare una diminuzione della comprensione reciproca. In questi casi si parla di alta conflittualità e la potenziale valenza trasformativa di quel conflitto svanisce. Se il conflitto non viene gestito in modo efficace, può generare una diminuzione del senso di autoefficacia e dell’autostima e causare emozioni negative, rabbia e stress, che si riverseranno inevitabilmente sui propri figli.

 

Molte sono le cause di un possibile conflitto:

  • Problemi di comunicazione: snaturare e fraintendere le parole dell’altro o esprimersi in modo poco assertivo; 

  • Frustrazione: arrabbiarsi e, di conseguenza, reagire in modo impulsivo e distruttivo;

  • Divergenze di opinioni, valori, obiettivi e interessi e mancanza di rispetto per quelli dell’altro;

  • Differenze di personalità e difficoltà personali: non accettare l’identità dell’altro, la sua personalità e il suo modo di affrontare le sfide quotidiane.

 



Come affrontare un conflitto un modo costruttivo?

E’ inevitabile confrontarsi nel momento in cui ci si relaziona, ma se non è possibile eliminare il confronto/scontro, si deve tentare di renderlo il più possibile produttivo e trasformativo. E’ necessaria una gestione costruttiva del conflitto. In che modo?


  • Riconoscendo la presenza di un conflitto e cercando di capire la reale causa;

  • Apprendendo e attuando modalità di negoziazione;

  • Prendendo coscienza del potenziale trasformativo del conflitto

  • Tenendo sempre in considerazione il punto di vista dell’altro, che può essere differente dal proprio, ma non per questo poco valido

  • Evitando di essere impulsivi, sviluppando una comunicazione rispettosa

  • Focalizzandosi sull'interesse, sui bisogni e sul benessere dei propri figli

  • Individuando strategie sulla base di interessi comuni secondo una logica win-win


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