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Cosa ci portiamo dalle origini?


Il nostro modo di essere genitori e più in generale di interpretare il mondo dipende in parte da quello che abbiamo visto, sperimentato e appreso dai nostri familiari.

L’esperienza relazionale con i nostri genitori durante l’infanzia non sarà necessariamente una impostazione rigida e predefinita che ripeteremo nell’educazione dei nostri figli; sicuramente, però, ciò che abbiamo visto e vissuto diventa parte integrante della nostra identità e condiziona le nostre modalità di relazionarci con l’altro e di conseguenza con i nostri figli.

 

Questo processo si basa sull’apprendimento emotivo, che è una delle più profonde e inconsapevoli modalità di formazione del sé, dell’identità e del modo di interagire con gli altri. Il contesto familiare in cui cresciamo condizionerà necessariamente il modo in cui ci rapporteremo ed educheremo i nostri figli.

Una volta genitori, potremmo accorgerci di alcuni atteggiamenti, modi di essere e stili educativi che riconosciamo come tipici dei nostri genitori. Talvolta questo può renderci entusiasti e contenti di percepirci in continuità con lo stile educativo della nostra famiglia d’origine, mentre altre volte potremmo volerne prendere le distanze perché, a nostro parere, sono modi di fare potenzialmente disfunzionali.

 




Nei momenti di crisi familiare, utilizziamo inconsapevolmente questi apprendimenti per poter trovare dei nuovi modi di organizzare le cose. Ciò vale sia per gli aspetti più pratici della vita quotidiana che per aspetti più interiori e personali. In questa situazione, talvolta può capitare di sentirci incompresi e intrappolati proprio da ciò che abbiamo appreso dai nostri genitori e può essere difficile riuscire a mantenere la giusta distanza dai loro stili educativi.

Ciò che è importante sapere è che maggiore è la consapevolezza di ciò che i nostri genitori ci hanno dato, maggiore è la possibilità di sentire questi insegnamenti come un sostegno e non come un peso. Avere consapevolezza di ciò significa comprendere sia la loro figura genitoriale che quella personale.

Infatti, quando si diventa genitori siamo davanti ad un'ottima occasione per riconoscere che, al di là del ruolo di genitore in cui li abbiamo sempre visti, i nostri genitori sono persone. Williamson, terapista familiare, parla di "superamento della barriera gerarchica intergenerazionale": il fatto di essere anche noi genitori (seconda generazione) dopo i nostri (prima generazione) ci porta ad un’esperienza molto importante dal punto di vista relazionale: scopriamo che i nostri genitori non sono solo un “ruolo” o una funzione, ma sono anche persone. La maggior parte di noi ha conosciuto i propri genitori all’insegna del loro ruolo nei nostri confronti, senza conoscerne altri aspetti che riguardano attitudini, desideri, amicizie, storie che li rendono ai nostri occhi sufficientemente svincolati dal ruolo genitoriale.

Nel momento in cui anche noi diventiamo genitori, abbiamo la possibilità di focalizzarci su altre aree di vita dei nostri genitori e spogliarli della dimensione caratterizzante la loro relazione con noi, ovvero il “ruolo genitoriale”.



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